Se vi chiedessi di citare almeno tre CEO che negli ultimi quarant'anni hanno ispirato intere generazioni? Facile, sì: Steve Jobs, Bill Gates, Mark Zuckerberg. Forse troppo facile, i nomi scorrono rapidamente nelle nostre menti: Marissa Mayer, Daniel Ek, Michael Elliott... e potrei continuare.
Ma se vi chiedessi la stessa cosa per i dirigenti aziendali, conosciuti altresì come "capi dell'ufficio operativo" nell'acronimo inglese COO? Già, questa è un'altra storia. Purtroppo sempre più spesso i dirigenti fanno il lavoro sporco, quello dello sbirro cattivo, mentre ai CEO - gli sbirri buoni, spesso fondatori dell'azienda - va il merito di ciò che hanno creato e tutta la stima e la simpatia dei dipendenti.
Un buon dirigente è tale quando l'azienda ha successo e raggiunge o supera gli obbiettivi prefissati. Ma per ottenere questo ci sono tutta una serie di meccanismi da oliare, molti di questi riguardano il rapporto con i dipendenti e la capacità di essere o meno un buon leader.
Ma vediamoli meglio da vicino.
Un buon dirigente dà sostegno ai dipendenti; insieme al CEO visualizza l'obbiettivo da raggiungere, il "cosa", mentre supporta i dipendenti impegnati con il "come";
È emotivamente stabile. Lavora in modo costruttivo con tutti i tipi di persone e fa in modo che le personalità o i problemi dei dipendenti non influenzino le prestazioni. In qualche modo è anche uno psicologo;
Focalizza i risultati e cerca di sviluppare attività a breve termine propedeutiche a obbiettivi a lungo termine: investire ora per raccogliere i frutti domani; investire soprattutto sui dipendenti, coloro che effettivamente svolgono il lavoro e producono per l'azienda. Promuove la serenità, la formazione e il senso di appartenenza del dipendente per una migliore produzione;
È una persona pratica e positiva e possiede una spiccata intuizione per ciò che è e non è realizzabile. Si chiede "come possiamo fare questo?" piuttosto che "perché non possiamo farlo?";
Sa inoltre ascoltare. Ascolta senza pregiudizi e non giudica. È consapevole che non tutti si esprimono chiaramente e si prende del tempo per ascoltare veramente e fare domande prima di arrivare a qualsiasi conclusione;
È però egli stesso un bravo comunicatore e si assicura che tutti comprendano il messaggio chiaramente e senza equivoci.
Ha un appropriato senso dell'urgenza e non si fa prendere dall'ansia; ma soprattutto non mette ansia ai propri dipendenti, per i quali è necessario vivere in un ambiente di lavoro sereno affinché si raggiungano gli obbiettivi prefissati.
Si appassiona all'idea del successo e sa che il successo personale è un risultato del successo aziendale e non il contrario;
Si spende per i dipendenti a tutti i livelli e si avvale delle buone idee, a prescindere da chi le ha suggerite, che sia l'ultimo arrivato o meno, senza distinzione di genere.
Di certo potremmo andare avanti con la lista di skills necessarie alla leadership, ma non è l'enumerazione il proposito di questa analisi, bensì quello di focalizzare l'atteggiamento migliore per essere un buon capo e avere un buon rapporto con i propri dipendenti.
Non dimentichiamo infatti che anche il capo spesso dipende egli stesso da qualcuno o deve comunque fare report a qualcun altro al di sopra delle dinamiche aziendali, a cui spesso interessano solo i profitti. Il capo inoltre ha una famiglia, una vita privata, una socialità... deve averle! È un essere umano come tutti e a volte, come tutti, non è capace di essere un buon leader perché deve prima fare i conti con qualcosa che non funziona o si è rotto in altri ambiti della sua vita.
La creazione di una squadra non può prescindere dalla figura del capo: se si costruisce il team senza il capo, il team si sentirà sempre un cosa "altra" in contrapposizione con gli organi di comando e, di conseguenza, il capo non si sentirà accettato dal gruppo. Il clima diverrà ostile. Costruire una squadra di lavoro sana e produttiva vuol dire comprendere il proprio ruolo e conversare continuamente con gli altri, che siano superiori o dipendenti: sentirsi parte di una famiglia volta a creare le condizioni necessarie per la crescita e lo sviluppo di ogni singolo membro, nonché della famiglia stessa.
Fiducia, entusiasmo, passione e condivisione dei valori sono la base sulla quale investire ora per iniziare un progetto che abbia come obbiettivo a lungo termine il successo.
